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10 Agosto
“Sconfinamenti” e Libera portano 15 adolescenti trevigiani ad un campo sulla legalità in una villa confiscata alla mafia
Ragazzi e ragazze trevigiani saranno i protagonisti di un campo estivo di tre giorni in Villa Valente Crocco a Badia Polesine (RO), bene confiscato alla mafia. Conosceranno storie di vittime di mafia, coltiveranno l’orto, cureranno il frutteto, raccoglieranno il miele negli apiari. Un campo realizzato con il supporto di Libera, nell’ambito del progetto “Sconfinamenti”. Anna Corò, presidente Volontarinsieme OdV: “Un’esperienza concreta per dare impulso alla cultura della legalità”.
Villa Valente Crocco venne realizzata XVIII secolo ed è situata a Salvaterra, frazione di Badia Polesine, in provincia di Rovigo. Fu acquisita negli anni ’80 dal veronese Francesco Ferrari, narcotrafficante internazionale, anello di congiunzione tra malavita turca e mafia palermitana. Pare che questa fosse la sua villa di campagna, dove trascorreva le vacanze estive. Ferrari fu coinvolto nell’inchiesta denominata “Turchia Connection” ed arrestato negli anni ‘90. Nel 1995 la villa venne confiscata in quanto considerata bene di mafia e da allora ha avuto una nuova vita. Oggi è sede di progetti a scopo sociale e di promozione della legalità.
A fine agosto ospiterà un campo estivo realizzato nell’ambito del progetto “Sconfinamenti. Uscire dai propri confini per crescere una comunità educante” che vede come capofila Volontarinsieme OdV, principale rete di associazioni di volontariato del territorio trevigiano, con oltre 300 esperienze di solidarietà, gruppi e associazioni. Tra queste il Presidio Libera Silea, che ha subito confermato la propria partecipazione attivando anche il coordinamento provinciale e collaborerà all’attività sviluppando in particolare l’aspetto della memoria.
L’esperienza formativa si intitola “In campo con la legalità. Salvaguardia ambientale e lotta alle mafie” è condotta in collaborazione con “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Il campo si svolgerà da venerdì 30 agosto a domenica 1° settembre, per la durata di 3 giorni e 2 notti. I 15 ragazzi e ragazze partecipanti, di età compresa tra 13 e 16 anni, partiranno da Sile e passeranno questo weekend a Villa Valente Crocco, oggi sede della Casa della Cultura e della Legalità “Silvano Franzolin”. Con loro alcuni educatori.
Nei tre giorni di campo saranno svolte attività formative sul tema della legalità, della lotta alla mafia, dei diritti umani e sul tema della tutela e salvaguardia dell’ambiente. I giovani conosceranno le storie di alcune vittime di mafia, per comprendere attraverso i racconti, il dolore e la sofferenza di chi ha vissuto tali esperienze. In secondo luogo, svolgeranno attività pratiche nell’appezzamento attorno alla villa, un’area agricola di 3.000 mq. Attività di cura del verde: coltiveranno l’orto e raccoglieranno frutta nel frutteto, oltre ad occuparsi delle piante da frutto. Inoltre, parteciperanno alla raccolta del miele nell’apiario presente nell’area.
Ci sono ancora pochi posti disponibili per partecipare, chi fosse interessato può scrivere a e.depieri@csvbltv.it o chiamare il numero 3246165376
Campi estivi, giornate ecologiche ed eventi sono tutte proposte dell’azione “Esperienze in campo”, uno dei sette ambiti in cui si sviluppa “Sconfinamenti. Uscire dai propri confini per crescere una comunità educante”. Il progetto, avviato a novembre 2022 e della durata triennale, coinvolge ragazzi trevigiani ed è finalizzato a favorire nei ragazzi il senso di appartenenza alla comunità, la partecipazione, la solidarietà e l’inclusione.
“Questo campo estivo ha per noi un valore davvero notevole – spiega Anna Corò, presidente di Volontarinsieme OdV, capofila nel progetto ‘Sconfinamenti’ – trascorrere tre giorni in questa villa, incontrare le vittime di mafia e lavorare la terra attorno a questa casa: sono esperienze che lasciano il segno nel cuore dei ragazzi. Il valore della legalità non si insegna facendo grandi lezioni teoriche ed astratte, ma vivendo esperienze concrete, sul campo. Visti gli episodi di cronaca di questi giorni nel territorio trevigiano, in cui il tema della cultura della legalità tra i giovani sembra essere una reale priorità, credo che progetti come questo siano di vitale importanza per il futuro dei nostri giovani e vadano nella giusta direzione di favorire un reale e profondo processo educativo”.
“Come associazione Libera nel territorio trevigiano abbiamo accolto con entusiasmo questa proposta di Volontarinsieme OdV. È una proposta educativa per promuovere la conoscenza delle storie delle vittime innocenti, dei beni confiscati e di ciò che essi rappresentano e possono generare come valore aggiunto se restituiti alla collettività” dichiarano Chiara Vecchio, coordinatrice provinciale di Libera Treviso e Dario Furlanetto, referente del recente Presidio Libera Silea.
“Il Comune di Silea – aggiunge l’assessore alla legalità, alla cultura e all’istruzione del Comune di Silea Angela Trevisin – sostiene l’impegno del Presidio Libera Silea, nato lo scorso anno, anche in questa importante iniziativa rivolta ai più giovani. A Silea l’Amministrazione Comunale crede fermamente nell’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione sulla tematica delle mafie e insieme all’Istituto Comprensivo ogni anno, per un mese intero, organizza la rassegna “La scuola al centro: una comunità che educa”, per spiegare a ragazze e ragazzi che legalità e giustizia non sono concetti retorici, ma valori che devono far parte della vita di ciascuno di noi”.
STORIA DEL BENE CONFISCATO: VILLA VALENTE CROCCO
Villa Valente Crocco, edificata nel XVIII Secolo, sarà venduta a fine anni ’80, entrando nella disponibilità di Francesco Ferrari, coinvolto nella cosiddetta “Turchia Connection”, e coinvolto in attività di traffico di stupefacenti. La villa viene sequestrata nel dicembre 1995 dalla Procura della Repubblica di Verona ed assegnata al Comune di Badia Polesine. Dal lontano 1995 inizia una storia che sembra destinata al definitivo abbandono della struttura, fin quando il coordinamento di Libera del Polesano non contribuisce alla nascita di una nuova storia. A costruire il nuovo corso della villa sono sette realtà associative, impegnate in diversi ambiti del sociale. Nasce così la “Casa della Legalità”, destinata ad ospitare attività di rilievo sociale e culturale, rappresentando un punto di riferimento, non solo locale, sui temi della legalità, della tutela dei diritti umani e dell’innovazione delle politiche sociali. Il 7 aprile 2018 la Casa della Cultura e della Legalità è stata intitolato all’appuntato Silvano Franzolin di Pettorazza Grimani (unica vittima polesana della mafia), ucciso nel 1982 nella cosiddetta “strage della circonvallazione”. Fu raggiunto dai colpi dei mafiosi di Nitto Santapaola, assieme ai colleghi e all’autista, mentre scortavano in carcere il boss Alfio Ferlito. In memoria di Franzolin, durante la cerimonia di inaugurazione, è stato anche piantato un albero nel grande parco della “Casa della legalità”, oggi spazio per incontri ed eventi, ma anche per progetti di reinserimento sociale e di recupero ambientale. La gestione del bene è stata assegnata ad un insieme di associazioni e cooperative sociali, un’Associazione Temporanea di Scopo (ATS) che, per le finalità che promuove, ha voluto chiamarsi con il nome della località che ospita il bene, Salvaterra. L’ATS È formata dalle associazioni: Centro Documentazione Polesano (Diritti Umani), WWF (Ambiente), Apicoltori Veneti e dalle cooperative sociali: Porto Alegre (immigrazione), Di Tutti i Colori (immigrazione e giovani) e AltriNoi (disabilità).
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IL PROGETTO “SCONFINAMENTI”
“Sconfinamenti. Uscire dai propri confini per crescere una comunità educante” è un progetto di rete che coinvolge 18 partner tra enti pubblici e del Terzo Settore sul tema delle povertà educative, andando dunque ad agire direttamente sul fenomeno del disagio giovanile emergente negli anni post pandemia. Avviato nel 2022 e della durata triennale, è sostenuto dall’Agenzia per la Coesione Territoriale e finanziato nell’ambito del FSC – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, con 313.446 euro su un totale di 403.000 euro complessivi, tra i quali anche un contributo di Fondazione BCC Pordenonese. Il progetto si rivolge a ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 e i 17 anni e si realizza nei comuni di Casale sul Sile, Casier, Silea e nei quartieri di San Lazzaro e di San Zeno a Treviso. “Sconfinamenti” ha come capofila Volontarinsieme OdV e come partner AUlss 2 Marca Trevigiana, CSV Belluno Treviso, Veneto Lavoro, i Comuni e gli Istituti Comprensivi di Casale sul Sile, Casier e Silea, l’Istituto comprensivo n. 3 “Felissent” di Treviso, l’istituto professionale “Fabio Besta” di Treviso, e le associazioni APS Sogno Numero 2 Anteas, Federazione Mani Tese ETS, Fondazione Pime Onlus, NATs per… OdV, Servitium Emiliani Onlus e UISP Comitato Territoriale Treviso-Belluno APS. La programmazione prevede il coinvolgimento nel triennio di 2.500 adolescenti (tra cui 320 in situazione di povertà educativa e 150 con bisogni educativi speciali), 500 nuclei familiari e 345 tra insegnanti ed educatori. A partire dal tema della povertà educativa e della dispersione scolastica, aggravato dall’emergenza sanitaria, “Sconfinamenti” si pone come obiettivo finale la costruzione e il rafforzamento di una comunità educante aperta e inclusiva, capace di attivare tutti i luoghi e le occasioni in cui si crea il rapporto con i giovani: la scuola, la famiglia, lo sport, i quartieri, le associazioni e le istituzioni del territorio. Tutto questo attraverso la valorizzazione delle passioni, degli interessi e delle idee dei ragazzi, affrontando e gestendo insieme a loro anche paure e disagi, nell’ottica di prevenire situazioni a rischio.